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martedì 22 aprile 2014
La poesia dei giardini secondo Jacques Delille
Questo articolo è la prima puntata di una lunga serie di articoli dedicati alla posizione occupata dai giardini nella letteratura moderna e contemporanea. Come rubrica della Gazzetta, prenderanno il nome Letteratura, Giardini, Letteratura. Il tema del giardino è un tema ricorrente in molti componimenti poetici. Si prenderà in esame nei prossimi articoli il poema di Jascques Delille, autore francese del Settecento, Les Jardins ou l'art d'embellir les paysages. Si tratta di un poema didascalico che ha lo scopo di insegnare al lettore l'arte di abbellire i paesaggi. Sono evocati numerosi giardini europei e non, come i giardini russi, per esempio. Ognuno di questi è descritto accuratamente dal poeta, il quale, a primo impatto sembra conoscere bene ogni luogo oggetto dei suoi versi. Probabiblmente una delle fonti di ispirazione di Les Jardins è il poeta latino Virgilio. Delille è peraltro noto per le sue traduzioni dal latino al francese, soprattutto per la sua traduzione delle Georgiche. Il topos della natura attirava l'attenzione di molti personaggi famosi dell'epoca di Delille per ragioni non solamente legate all'erudizione o al mondo letterario.
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domenica 28 luglio 2013
La poesia del giardino o i dipinti della natura
L’arte di allestire giardini è un’arte antichissima, così
già Babilonia con i suoi giardini pensili, Roma o ancora l’Antica Grecia
conoscevano i benefici di un giardino curato, e talvolta teatro delle passioni,
restava per molti luoghi di misteri. Così con il passare del tempo, castelli e
fortezze, dopo aver alzato le mura, ornavano e decoravano spazi verdi. Dietro
l’allestimento di questi spazi ampi, la volontà umana di creare un qualcosa di
armonioso, come un pittore con i suoi pennelli, i giardinieri, gli ingegneri
creavano scenografie diverse. Anche la creazione dei giardini subivano
l’influenza delle correnti artistiche del momento. Come non vedere in
Versailles gli elementi neoclassici e barocchi? Come non scorgere il penetrante
romanticismo del giardino all’inglese della Reggia di Caserta? La natura, a
differenza della tela o del palcoscenico, non ferma in alcun momento lo spettacolo: le erbe continuano a crescere,
gli alberi a diramarsi, i fiori cospargono pareti, aiuole e erbe aromatiche
espandendo le loro radici in profumano territori sempre più vasti.
Nell’architettura dei giardini interviene un fattore che le altre arti riescono
a arrestare per magia: il tempo. Il
giardino è una continua metamorfosi, una continua evoluzione. Molti pensatori
del Seicento per esempio, ritenevano che solo la sapienza permetteva all’uomo
di controllare in qualche modo la natura, poiché solo il sapere lasciava loro
la possibilità di comprenderla. Nei giardini dunque, si trovano tutti i moti
dell’animo umano, tutte le sue reminiscenze, ma tutti i segreti nascosti. Addirittura
per alcuni il giardino sarà perfino poesia didattica e quindi luogo di
iniziazione e di apprendimento. L’aspetto frammentario della natura come giardino o opera d’arte
naturale ci rivela che in realtà essa è la madre di tutte le arti e da lei la
nostra mano tremante, sin da piccoli, impara a imprimere le prime parole e i
primi colori.
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